Appalti, camorra e politica: finiscono agli arresti l’ex super assessore regionale Pasquake Sonmmese e l’ex sindsco di San Giorgio a Cremano Mimmo Giorgiano

Un fulmine a ciel sereno che ha colpito un uomo distrutto dalla malattia. La Guardia di Finanza di Napoli ha eseguito 69 ordinanze di custodia cautelare in un’inchiesta sul clan Zagaria, fazione dei Casalesi. Tra i destinatari dei provvedimenti, anche politici ed imprenditori, tra cui l’ex primo cittadino di San Giorgio a Cremano Mimmo Giorgiano.  Arrestati il consigliere regionale della Campania Pasquale Sommese (Ncd), ex assessore al Turismo della Regione Campania. Sommese è ritenuto dagli inquirenti colui che garantiva l’erogazione dei fondi regionali. Arrestato anche il sindaco di Aversa.

I reati contestati a vario titolo sono di corruzione, turbativa d’asta e concorso esterno in associazione mafiosa.

L’indagine è condotta da un pool di cinque pm della Dda (Maresca, Giordano, Landolfi, Sanseverino, e D’Alessio) e coordinata dal procuratore aggiunto Borrelli. Nell’operazione del Nucleo di Polizia Tributaria della GdF sono coinvolti amministratori locali, funzionari pubblici, professori universitari, commercialisti, ingegneri e “faccendieri”, i quali sono accusati, come detto a differente titolo, di corruzione ed altre gravi irregolarità nelle gare di appalto pubblico realizzate in varie province campane, talvolta anche al fine di agevolare organizzazioni criminali di tipo camorristico.

Il sindaco di Aversa è indagato nella qualità di ex presidente dell’Ordine degli Architetti di Caserta. Tra i destinatari delle misure cautelari figura anche l’imprenditore Alessandro Zagaria, ritenuto legato al clan del boss omonimo. Agli arresti inoltre Raffaele De Rosa, fratello dell’attuale sindaco di Casapesenna (Caserta), comune in cui è nato e vissuto, trascorrendo parte della sua latitanza, il boss Michele Zagaria.

Nel mirino degli inquirenti sono finiti 18 appalti concessi tra il 2013 e l’inizio del 2016 da vari comuni del Casertano, come Alife, Francolise, Riardo, tra cui lavori per ristrutturazioni di importanti immobili storici; tra gli indagati soprattutto professionisti, come ingegneri e architetti componenti delle commissioni di gara nominate dai vari Comuni responsabili dell’affidamento dei lavori, che, secondo i magistrati della Dda di Napoli, finivano quasi sempre a poche ditte, alcune collegate al clan Zagaria. L’indagine ruota attorno alla figura dell’ingegnere Guglielmo La Regina, anche per questo è stata denominata “The Queen”; lo stesso Gip parla di “sistema La Regina”. L’inchiesta rappresenta una tranche di quella che nel 2016 portò in carcere l’ex sindaco di Santa Maria Capua Vetere Biagio Di Muro per presunta corruzione in relazione ai lavori dello storico palazzo Teti Maffuccini; anche allora furono arrestati La Regina e l’imprenditore Alessandro Zagaria. Sommese, come detto, non è l’unico politico coinvolto: in carcere anche un altro consigliere regionale, Angelo Giancarmine Consoli (sempre di Ncd) e vari amministratori. Tra questi il sindaco di Aversa (Caserta) Enrico De Cristofaro, mentre ai domiciliari sono finiti l’ex sindaco di Pompei Claudio D’Alessio (Pd), l’ex primo cittadino di San Giorgio a Cremano Domenico Giorgiano, Raffaele De Rosa (Pd) fratello del sindaco di Casapesenna che attacca il Fatto quotidiano che aveva evidenziato i rapporti coii casalesi, l’ex primo cittadino di Casapulla (Caserta) Ferdinando Bosco. “Ho appreso dalla stampa che la magistratura sta indagando su un appalto per i lavori di riqualificazione di Villa Bruno, nell’ambito di una più generale inchiesta che vede coinvolte 77 persone. Si tratta di lavori che non sono stati mai eseguiti perchè il Comune ha rescisso il contratto con la ditta aggiudicataria, a cui l’Ente non ha mai versato un centesimo – dice sbigottito il sindaco della città di Troisi Giorgio Zinno – Anzi, recentemente abbiamo anche vinto la causa per l’escussione della polizza fidejussoria e siamo in attesa di ricevere 100mila euro da parte dell’assicurazione. Esprimo la massima fiducia nella magistratura e, nel contempo, vicinanza all’amico Mimmo Giorgiano e ai dipendenti comunali”. Sono diciotto gli appalti sospetti accertati dalla Guardia di Finanza. Tra questi, spicca l’appalto per la riqualificazione di Villa Bruno a San Giorgio a Cremano, una delle più prestigiose dimore aristocratiche note come ville vesuviane nel cosiddetto «Miglio d’oro».  A questa gara è dovuto il riferimento alle accuse rivolte all’ex sindaco della città vesuviana, Domenico Giorgiano. L’inchiesta è il seguito di quella che, un anno fa, portò all’arresto dell’imprenditore Alessandro Zagaria, ritenuto legato al clan omonimo.

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