Alternanza Scuola-Lavoro: Ercolano tra le eccellenze

Si è tenuto questa mattina nella Biblioteca Nazionale di Napoli l’incontro con il quale si è ufficialmente concluso il percorso di alternanza Scuola-Lavoro che ha visto impegnati gli studenti di quattro istituti superiori nella catalogazione dei volumi custoditi nel Palazzo Reale di Piazza Plebiscito. Unico istituto della provincia che ha preso parte al progetto è stato l’istituto superiore “Tilgher” di Ercolano. Insieme agli alunni, al dirigente scolastico e agli insegnanti che hanno seguito il progetto, era presente anche il sindaco di Ercolano Ciro Buonajuto: «I complimenti – ha detto il primo cittadino – vanno innanzitutto ai ragazzi che hanno portato a termine una straordinaria esperienza formativa, ma anche a tutto il personale scolastico dell’istituto Tilgher che ha consentito a decine di alunni di partecipare ad un’iniziativa tanto prestigiosa e di assoluta rilevanza culturale».Ercolano è risultato difatti un vero e proprio polo di eccellenza nel progetto di Alternanza Scuola- Lavoro.

Il sindaco di Ercolano si è soffermato anche sui progetti svolti in sinergia tra il Comune e l’istituto scolastico di via Casacampora: «Negli ultimi due anni, gli alunni di sei classi di ragioneria, linguistico e turistico sono stati impegnati in un progetto promosso dall’Assessorato comunale al Turismo per attivare infopoint ed un servizio di visite guidate nel centro storico della città, costantemente seguiti dall’assessore Ivana Di Stasio e dalle docenti dell’istituto – ha spiegato Buonajuto – In un periodo in cui piovono tante critiche su questo strumento, a Ercolano abbiamo dimostrato che il percorso di alternanza Scuola-Lavoro può essere svolto in maniera virtuosa e realmente formativa per gli studenti. Decine di ragazzi, accogliendo e accompagnando i turisti, inoltre, hanno avuto l’opportunità di conoscere l’immenso patrimonio della propria città. Magari tra loro ci sarà chi avrà successo lavorando in questo settore e puntando sulle bellezze di Ercolano: sarebbe magnifico».

Domenico Modola

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