A Sant’Anastasia un Centro di Ascolto per il gioco d’azzardo patologico

 

Sant’Anastasia  – Per l’apertura prossima del Centro di Ascolto per il gioco d’azzardo patologico, si terrà in aula consiliare, mercoledì 10 maggio alle 17,00 un convegno introdotto e moderato dall’assessore alle P.S. Rossella Beneduce. Dopo i saluti del sindaco Lello Abete, della dott.ssa Antonietta Costantini – direttore Generale Asl Napoli 3sud, del dott. Luigi Caterino – direttore sanitario e del dottor Pasquale Annunziata – direttore distretto 51, seguiranno gli interventi dell’assessore Carmen Aprea, del dott. Francesco Cassese, responsabile Sert Pomigliano d’Arco, del dott. Bruno Aiello, coordinatore Sert Asl Napoli 3sud, del dott. Aniello Baselice, referente Regione Campania dell’ass.ne Alea e del dott. Salvatore Cantone, presidente dell’associazione anti-racket. Seguiranno testimonianze.

Il gioco d’azzardo patologico (gambling, cioè il bisogno di puntare e scommettere che diventa sempre più incontrollabile e compulsivo) è considerato come una vera e propria forma di “dipendenza senza droga” e il giocatore non riesce a staccarsi dal gioco, se non per brevi periodi di tempo, perché la sua mente è sempre orientata in quella direzione e avverte il bisogno di giocare somme di denaro, sempre maggiori per raggiungere lo stato di eccitazione desiderato.

 

“Lo sportello – dice l’ass, Rossella Beneduce – è un luogo presso cui l’utenza può trovare interlocutori in grado di accogliere, ascoltare, comprendere, sostenere, fornire informazioni, aiutare il soggetto dipendente dal gioco a far prendere coscienza della necessità di interrompere le dinamiche compulsive e valutare se passare a forme specialistiche di cura. E’ uno strumento utilissimo che può fare molto se ne viene compresa appieno la sua funzione”.

 

“Ringrazio – dice il sindaco Lello Abete – tutti coloro che si sono impegnati nel realizzare l’attività dello sportello che necessita di una stretta collaborazione tra varie strutture, come l’ASL (SerT, Distretto, UOSM, medici di base) e i servizi sociali comunali. Facendo rete con le scuole, il terzo settore, la caritas diocesana, le associazioni ed anche con i gestori delle sale gioco più sensibili, riusciremo a dare una risposta concreta al problema più che mai attuale e serio”.

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