A Ponticelli, chiude il Let “Catrin”:  educatori, genitori e ragazzi chiedono confronto con istituzioni e associazione

 

L’ Ente, Arcimovie– Associazione di promozione culturale e sociale che opera nel quartiere Ponticelli,  decidendo di non partecipare al Bando del Comune di Napoli per il rinnovo del servizio di educativa territoriale , ha lasciato ragazzi, famiglie e operatori sgomenti e perplessi.  Il lotto B della periferia ad est di Napoli, caratterizzata,  come risaputo, da tassi elevati di criminalità organizzata, dispersione scolastica, condotte antisociali e devianti, povertà economico-culturale e discriminazione sociale, con la suddetta decisione, è ulteriormente deprivata di una delle poche possibilità e opportunità offerte alla cittadinanza per tentare un risollevamento delle proprie sorti. Dopo anni di lavoro meticoloso e zelante, svolto secondo le metodologie educative previste per i contesti ad elevata criticità sociale, 60 famiglie e i loro figli si sentono spaesati e soli, privati del Centro Catrin, da tutti considerato l’unico punto di riferimento, il porto sicuro in cui rifugiarsi e  da cui partire, ma anche una “seconda Famiglia” ricostituita, desiderata e con funzioni riparative.  Tutto ciò, accade in un momento storico già di per sè catastrofico, ove la pandemia da nuovo covid-19 mette a dura prova la tenuta del tessuto di comunità e la percezione del senso di sicurezza e di empowerment personale e collettivo. La scorsa  settimana, i genitori sono stati protagonisti di una iniziativa di esercizio della cittadinanza attiva,  avviando una protesta per esprimere dissenso per la decisione presa dal direttivo dell’Arcimovie.  In modo particolare, i genitori hanno protestato insieme ai loro figli, per l’assenza di spiegazioni e motivazioni chiare da parte degli organi direttivi dell’Ente e per una carenza di comunicazione e di condivisione dei processi decisionali. L’equipe del Centro Catrin, inoltre, raccogliendo e traducendo i bisogni emergenti tra i ragazzi/e e le loro famiglie, ha deciso di strutturare la protesta in un laboratorio di ” Tecniche di democrazia diretta e consapevolezza critica”, al fine di convogliare il malcontento in forme costruttive di protesta e scongiurare il senso dilagante di impotenza appresa presenti in queste aree periferiche della città metropolitana di Napoli.  Il laboratorio ha visto gli operatori, i ragazzi e le famiglie uniti nella costruzione di una protesta pacifica, un sit-in in piazza, nel rispetto delle norme di sicurezza in contrasto alla pandemia da covid-19, mediante il coinvolgimento di esponenti della vita associativa napoletana, di alcuni esponenti della municipalità e la stampa locale. Scopo della realizzazione del laboratorio di protesta è stato quello di trovare soluzioni possibili, infondere speranza e senso critico, dare esempio ai bambini, ragazze e ragazzi di come è indispensabile riuscire a costruire nuovi orizzonti al di là degli ostacoli, senza arrendersi alle decisioni percepite come ingiuste, calate dall’alto.  L’esperienza documentata con la realizzazione di filmati, video interviste e reportage fotografico, mediante un confronto aperto tra le diverse parti coinvolte, ha visto maturare  l’esigenza di continuare il percorso, studiando e trovando modalità sempre più utili e significative. Le famiglie e gli operatori del Catrin chiedono la costituzione di un tavolo permanente di concertazione, composto dall’assessore alle politiche sociali, i dirigenti del servizio per l’infanzia e l’adolescenza, i rappresentanti del direttivo Arcimovie, una rappresentanza dei familiari e dei ragazzi più grandi, educatori e sindacato, avente come obiettivo quello di mettere assieme tutte le risorse e le idee potenziali e trovare soluzioni alternative, che garantiscono in ogni caso continuità del lavoro educativo per le famiglie e i ragazzi,  su questo territorio che rischia di essere ulteriormente abbandonato. Il tavolo di concertazione potrà realizzarsi  anche in remoto, nel rispetto dei protocolli di sicurezza e delle regole imposte dal dpcm in vigore. I soggetti promotori tenendo conto del momento difficile che tutti noi attraversiamo a causa delle normative e dei cambiamenti repentini che questa pandemia comporta, ritengono che la questione riportata sia significativa e prioritaria.

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